La coltivazione idroponica ha fatto molta strada negli ultimi tempi dato il crescente interesse nell’ottenere produzioni controllate nell’arco dell’intero anno, anche in condizioni climatiche avverse e senza il problema dei terreni non idonei alle colture, come quelli rocciosi o sabbiosi.
La coltivazione idroponica permette il controllo delle colture sia dal punto di vista qualitativo che dal rispetto delle norme igienico-sanitarie, questione sempre più importante di questi tempi.
Le coltivazioni idroponiche rappresentano un tipo di coltura indoor, ossia che possono essere avviate all’interno di una serra o della propria casa. Per avviare questo tipo di coltura su larga scala, bisogna munirsi di strutture adeguate, avere accesso a fonti energetiche apposite, procurarsi terricci e substrati.
In questo articolo ci occuperemo in particolare di tutto ciò che riguarda il substrato delle coltivazioni idroponiche: che cos’è e quali sono le sue caratteristiche.
Il substrato: cos’è
Le coltivazioni idroponiche si svolgono fuori dal suolo. La terra viene sostituita da uno strato misto, che viene realizzato in vari materiali, misti tra loro, mescolati con sabbia o usati da soli. I più comuni sono ad esempio l’argilla, la fibra di cocco, la lana di roccia.
Questo strato misto realizzato con vari materiali altro non è che il substrato protagonista del nostro articolo, le cui caratteristiche andremo tra poco adapprofondire.
Il substrato si occupa di assorbire tutte le sostanze utili alla crescita delle piante. In assenza, la coltivazione viene effettuata esclusivamente tramite l’acqua. Sul substrato si semina e si fanno crescere dunque le piante.
Il substrato: caratteristiche
Le coltivazioni idroponiche risolvono il problema di un terreno non adatto a far crescere la coltura in modo ottimale grazie al substrato, che abbiamo detto è uno strato misto realizzato in vari materiali.
Il substrato si occupa dell’assorbimento dei nutrienti utili alla crescita delle piante, non necessita di di fertilizzanti o diserbanti e vede poco uso di antiparassitari. Il substrato necessita però di irrigazione con una soluzione nutritiva.
Migliori substrati
Quali sono i migliori substrati per le coltivazioni idroponiche? Certamente la lana di roccia, un materiale soffice e permeabile, con scarsa ritenzione idrica e grande capacità di mettere in circolo l’ossigeno. La lana di roccia è quindi ottimale per preservare la fotosintesi delle piante.
C’è poi la torba, una sostanza organica morbida perfetta per l’accoglimento delle radici delle piante. Deve però essere mantenuta sempre umida per cui ha bisogno di costante controllo.
Ottima è l’argilla espansa, che ha una grande ritenzione idrica e un alto potere drenante. L’argilla espansa si può riutilizzare per molte altre colture e si sterilizza facilmente. Sicuramente è forse tra tutti il substrato migliore per la coltura idroponica.
Un altro substrato molto valido per le coltivazioni idroponiche è la vermiculite, un materiale inorganico usato come drenante. La vermiculite può essere unita a porzioni di sabbia, è leggera e generalmente viene venduta in buste in granuli.