Il rischio di esplosioni all’interno di impianti industriali può verificarsi per varie anomalie e, tra queste, vi è quella correlata alla polvere. Il fenomeno riguarda soprattutto le industrie operanti nel settore alimentare che, difatti, lavorano polveri come zucchero e farine. Non solo. Anche impianti farmaceutici, automotive, legno e manifattura di vario genere possono correre questo rischio. Dell’argomento se n’è occupata questa azienda specializzata in soluzioni per l’eliminazione delle cariche elettrostatiche che sarebbero le principali responsabili.
I rischi derivanti da polveri, incendi ed esplosioni
Rispetti a quanto riportati dai dati di Dust Safety Science, un’organizzazione di ricerca, si sono verificate nel nostro Paese 4 esplosioni e 115 incendi causati da polveri che hanno provocato un totale di ben 13 morti e 66 feriti. Nel 33% dei casi registrati sono state coinvolte attrezzature deputate alla raccolta delle polveri. Nel 30% dei casi, invece, sono stati coinvolti prodotti alimentari e prodotti in legno. Infine un terzo degli incidenti registrati ha riguardato il settore agricolo.
Come avviene l’esplosione?
Le esplosioni vengono generate da nubi di polvere che si accumulano in aria all’interno degli stabilimenti che lavorano materiali organici naturali, sintetici, torna, carbone e metalli. L’esplosione avrà luogo quando si crea una reazione tra combustibili, comburenti, fonti di accensione, miscelamenti di reagenti e ambienti combinati.
Il combustibile è ciò che avvia la combustione mentre il comburente è l’ossigeno o altro ossidante chimico simile. La fonte di accensione può essere rappresentata da scintille meccaniche o elettrostatiche come anche da superfici calde. Infine l’ambiente confinato corrisponde al macchinario dal quale si dirama tutto il processo chimico che da vita all’esplosione.
In presenza di questi cinque elementi può avere luogo l’esplosione la cui potenza deriva dalle caratteristiche del materiale combustibile. Tutti i materiali allo stato solido possono bruciare a gran velocità man mano che questi si frammentano per cui è ovvio che la polvere sia un elemento a dir poco fatale.
Perché si le cariche elettrostatiche sono dannose?
Tra le cause meno note ma più pericolose rispetto a queste esplosioni vi è la formazione di cariche elettrostatiche. Queste si accumulano quando un materiale neutro entra a contatto con superfici di macchinari a gran velocità dando origine all’energia elettrostatica. Essa attira e solleva le polveri sottili che, in presenta di una scintilla simile a quella che sperimentiamo scendendo dalla macchina, può dar luogo all’esplosione.
In pratica l’energia statica si viene a formare quando i materiali neutri, per via dell’attrito e delle lavorazioni ad alta velocità acquisiscono una carica positiva o negativa e, quindi, si polarizzano. Si viene a creare una carica elettrostatica che, se non viene scaricata a terra, continua ad accumularsi.
Durante la lavorazione con i macchinari per materiali sottili e fini come le farine le particelle in aria vanno a depositarsi sul macchinario e su ogni superficie. Quando queste entrano a contatto con le cariche elettrostatiche, in presenza di combustibile in aria, può verificarsi in modo improvviso l’esplosione.
Come ridurre il rischio?
In Italia esiste un assetto normativo che prevede prescrizioni per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Inoltre gli impianti che lavorano polvere devono essere valutati periodicamente proprio per la prevenzione di tale rischio.
Le polveri e l’energia elettrostatica possono causare anche altri danni ai macchinari e alla produzione, vanificando interi lotti produttivi e causando rallentamenti, scarti e sprechi per l’azienda. Per risolvere questo problema è necessario installare barre antistatiche, sistemi che ionizzano l’aria e che dissipano gli accumuli di cariche elettrostatiche prima che queste possano crearsi e dare vita a incendi, esplosioni ed inceppamenti.